Assegno divorzile: guida pratica e normativa

Quando si parla di assegno divorzile, la somma di denaro che una parte deve versare all'altra dopo la fine del matrimonio per riequilibrare il patrimonio. Anche noto come assegno di divisione patrimoniale, questo istituto è parte integrante del divorzio, la procedura legale che dissolve il vincolo matrimoniale. Il suo calcolo dipende dal assegno di mantenimento, l'importo periodico destinato al coniuge economicamente più debole, e dal contributo per figli, la quota destinata al mantenimento dei minori. In Italia, il giudice di famiglia, l'autorità che decide su questi aspetti, applica la legge sul divorzio, l'insieme di norme che regolano la separazione e la divisione dei beni.

L'assegno divorzile si colloca tra la divisione patrimoniale e la tutela dei figli. In pratica, il giudice valuta la capacità contributiva di chi paga, il tenore di vita mantenuto durante il matrimonio e le eventuali esigenze dei figli. Questo significa che, più alto è il contributo per figli, minore può risultare l'assegno divorzile, perché le somme destinate al mantenimento dei minori vengono sottratte dal totale da ripartire. Allo stesso tempo, se il coniuge coniugato ha un reddito elevato, il giudice può stabilire un assegno più consistente per compensare l'altra parte. Tutto questo avviene all'interno di un quadro giuridico che prevede anche la possibilità di accordi consensuali, dove le parti definiscono di comune accordo l'ammontare e le modalità di pagamento, riducendo così i tempi di definizione.

Calcolo, pagamento e situazioni particolari

Il calcolo dell'assegno divorzile parte da una stima complessiva del valore dei beni comuni: immobili, conti correnti, investimenti e altri beni mobili. Si sottraggono le passività (mutui, debiti) e si divide il residuo secondo le quote stabilite dal giudice. Il risultato è la somma che uno dei coniugi deve versare all'altro. Il pagamento può avvenire in un'unica soluzione o in rate mensili, a seconda di quanto concordato o deciso dal giudice. In alcuni casi, per favorire la liquidità del coniuge pagatore, il giudice può autorizzare la cessione di parte del patrimonio (ad esempio la vendita di una seconda casa) per coprire l'assegno. Inoltre, se la situazione economica di una delle parti cambia significativamente dopo il provvedimento, è possibile chiedere una revisione dell'assegno, ma questo richiede una nuova valutazione del giudice di famiglia.

Le varianti più comuni includono situazioni in cui uno dei coniugi ha un reddito molto più alto o possiede beni immateriali (come diritti d'autore o start‑up) che richiedono una valutazione specialistica. In questi casi, il giudice può avvalersi di periti per stabilire il valore equo di tali patrimoni. Anche le decisioni relative al mantenimento dei figli influenzano direttamente l'assegno divorzile: il contributo per l'educazione, la salute e le attività extracurriculari dei figli viene calcolato separatamente, ma la sua presenza riduce l'importo complessivo da versare al coniuge. Insomma, l'assegno divorzile è un meccanismo di equilibrio che tiene conto della situazione patrimoniale, del reddito e delle responsabilità familiari, con l'obiettivo di garantire una separazione il più possibile giusta per entrambi.

Se sei arrivato fin qui, probabilmente ti stai chiedendo quali passi compiere per conoscere l'importo preciso che ti spetta o che devi pagare. Nella lista che segue troverai articoli che spiegano in dettaglio il calcolo, le norme recenti, le modalità di pagamento e i consigli pratici per gestire la situazione al meglio. Scopri le risposte ai dubbi più comuni e prepara la tua strategia per affrontare il divorzio con serenità.

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