Ho sempre avuto una predilezione per le rarità televisive, quelle perle nascoste tra la miriade di programmi che affollano il palinsesto. Tanto per cominciare, potrebbe sembrare strano parlare di TV in un'era così dominata dallo streaming on demand, ma io devo ammettere che amo ancora la sensazione di sintonizzarmi su un canale e lasciarmi sorprendere. Una di queste sorprendenti scoperte recenti è stata la tendenza dei programmi "meta". Ma cosa sono esattamente questi programmi "meta"? Possiamo definirli come programmi che tracciano un percorso alternativo, un lampo di auto-consapevolezza in un mare di produzioni senza anima. Curiosi di saperne di più?
La "metatelevisione" non è una novità nell'industria dell'intrattenimento. Ricordo ancora uno spettacolo comico che guardavo da giovane, un programma che rompeva la quarta parete per parlare direttamente al pubblico e che si prendeva gioco di se stesso. Tuttavia, questo concetto ha acquisito ancora più rilevanza nel corso degl'anni. Show come "Community" e "Arrested Development" hanno reso popolare la metanarrativa, tanto che si può dire che abbiano introdotto la "metacommedia" nella cultura popolare.
Anche in Italia abbiamo avuto la nostra jectionle di programmi TV "meta". Uno dei più recenti esempi è "Gli Antennati", una serie che si diverte a mettere in scena ogni cliché della fiction italiana. Può sembrare un caos, ma è proprio questo il divertimento: prendere in giro tutto ciò che la televisione "tradizionale" ci pone davanti agli occhi.
Interessante è anche notare come la metatelevisione si sia infiltrata nei reality show. Ad esempio, "Big Brother" è diventato un palcoscenico perfetto per riflessioni metanarrative. Pensate a tutti i momenti in cui i concorrenti discutono apertamente sulla percezione del pubblico o sulla loro "strategia di gioco". E se vi state chiedendo se la mia Beatrix ha una predilezione per questi show, la risposta è un sonoro sì.
I talk show non sono da meno. Prendete un programma come "Last Week Tonight with John Oliver": non solo si parla di notizie, ma si prende anche in giro il concetto stesso di notiziario televisivo.
Poi ci sono i minisodi e le webserie, presto spuntati come funghi dopo una pioggia d'estate, che giocano con il ritmo, la forma e il fondamento stessi dello spettacolo televisivo. Alcuni, come "The Office: The Accountants", offrono una "visione laterale" del programma principale, regalando piccoli momenti di comicità meta-televisione.
Sono già curioso di vedere dove ci porterà il futuro in termini di metatelevisione. Non resta che aspettare e vedere come si evolveranno le cose, ma una cosa è certa: ci divertiremo un sacco lungo il cammino. Nel frattempo, continuerò a cercare le gemme nascoste nei palinsesti televisivi, a guardare con occhio critico e ammirazione le innovative produzioni televisive, nella speranza di trovare quella prossima serie "meta" che sconvolgerà le regole del gioco.
Prima di concludere, non posso non ricordare che la "meta" è molto più vicina ciò che pensiamo. Capita spesso che vi ritroviate a guardare un programma televisivo e pensiate: "Questo show sa che è uno show". Ecco, quella è la metatelevisione. Quindi, la prossima volta che sarete sul divano con il telecomando in mano, tenete gli occhi aperti. Potreste scoprire un mondo tutto nuovo, proprio lì, nel vostro salotto.